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In Ricordo di sua Eccellenza Giovanni Battista KAGGWA, vescovo emerito di Masaka, Uganda

Collegio Urbano De Propaganda Fide - In Ricordo di sua Eccellenza Giovanni Battista KAGGWA, vescovo emerito di Masaka, Uganda

«perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore». (Romani 14:8)


 Don Paolo SSEKYANJA, Masaka Diocesi, Uganda  In primo piano

La communita di collegio urbano ricorda con affetto sua Eccellenza Giovanni Battista KAGGWA, un ex-alunno del Collegio Urbano, che è morto il 20 gennaio 2021 e sepolto il 23 gennaio 2021 in una Chiesetta a Bukalasa Minor Seminary, Masaka, Uganda (in questa Chiesetta ci sono sepolti anche due dei nostri ex-alunni: Bishop Paul Kalanda e Bishop Henry Ssentongo). Lo ricordiamo con gratitudine per la sua vicinanza al nostro Collegio, seguendo con attenzione sollecitudine paterna i suoi seminaristi. Che Santa Maria, gli angeli e tutti i santi lo accolgano in paradiso.

Alcune note Biografiche da Don Paolo SSEKYANJA, Diocesi di Masaka, Uganda (Ex-alunno del Collegio Urbano)

Vescovo Giovanni Battista Kaggwa nacque il 22 Marzo 1943 da Matia Ssentamu (R.I.P) e Felsita Nazziwa (R.I.P) nel villaggio chiamato Bulenga della parrocchia di Rubaga, arcidiocesi di Kampala, Uganda. Nacque in una famiglia molto umile e cattolica. Sono nati quattordici figli nella famiglia (sette maschi e sette femmine). Cominciò i suoi studi iniziali a Ssumbwe Infant School. Frequentò Lubaga Primary School dal 1952 al 1957. È poi entrò nel seminario di Kisubi nell’anno 1958. Nel 1964 è entrato nel seminario maggiore di San Tommaso da Acquino-Katigondo per i suoi studi filosofici. Dopo un anno in tale seminario, nell’anno 1965 il suo Arcivescovo Joseph Kiwanuka lo mandò a studiare a Roma nel Pontificia Università Urbaniana, residente presso il Pontificio Collegio Urbano dove compì i suoi studi filosofici e teologici. Fu ordinato diacono in maggio 1970 a Roma. Dopo i suoi studi filosofici e teologici tornò nella sua diocesi in Uganda.

Nell’anno 1971, fu ordinato presbitero nella Cattedrale di Rubaga- Kampala da Sua Emm. Emmanuel Nsubuga. Cominciò il servizio sacerdotale come insegnante presso il seminario preparatorio di Nswanjere (1972-1975). Fu poi nominato primo rettore e insegnante di St. Mbaaga Major Seminary (1976-1983). Mentre era a St. Mbaaga Seminary come rettore, servò come parroco nella parrocchia di Ggaba e allo stesso momento insegnava latino nel seminario minore di Kisubi Seminary. Ha servito anche come Parroco della parrocchia si chiama Cristo Re (Christ the King) in Kampala arcidiocesi.

E fu rimandato a Roma presso il Pontificio Università Laterano per gli studi. Si è specializzato in diritto canonico e diritto civile presso il quale ha conseguito il dottorato. Dopo gli studi di dottorato, è stato vice rettore per cinque anni a Collegio San Paolo in via di Torre Rosa. Mentre stava in Italia (a Copertino), il Giovedì Santo il 13 Aprile 1995 fu nominato Vescovo Coadiutore della Diocesi di Masaka. È stato consacrato vescovo il 24 Giugno 1995 da Vescovo Adriano Kivumbi Ddungu (il suo predecessore), assistito da Sua Eminenza Emmanuel Wamala e Vescovo Paul Kalanda. Giovanni Battista Kaggwa è diventato Vescovo ordinario della diocesi di Masaka il 10 Gennaio 1998 ed è stato intronizzato il 22 Marzo 1998. Si è ritirato come vescovo ordinario il 16 aprile 2019 il Santo Padre Francesco ha accettato la sua rinuncia e ha nominato Mons. Serverus Jjumba come suo successore. Il motto del vescovo Kaggwa era: “Omnia Propter Evangelium Profer Lumen Caecis”. Tradotto significa: “tutte le cose per amore del Vangelo per portare luce ai ciechi”.

Vescovo Giovanni Battista Kaggwa sarà ricordato per:

Sua Eccellenza Giovanni Kaggwa era un sacerdote che ha vissuto la virtù e il dono dell’umiltà nella sua vita. Ricorderemo e mancheremo la sua semplicità nel parlare, la sua capacità di ascolto. Vescovo Giovanni Battista Kaggwa dava ascolto sia ai piccoli, sia alle persone grandi, cattoliche e non cattoliche, accoglieva ogni individuo senza pregiudizi. Dal punto di vista antropologico, Giovanni Battista era l’uomo capace di creare, entrare e vivere in relazione con gli altri, non era mai chiuso in sé stesso. Uno che ha vissuto buone relazioni con i suoi confratelli sacerdoti. Amava la sua cultura e suo clan (Mbogo clan). Uno che ha spezzato la sua vita senza riserve con l’agente a lui affidato come Vescovo. Tante persone lo hanno definito come un diacono della speranza cioè: uno che dava speranza alle persone disperate, dava speranza alle persone al quale il loro futuro sembrava finito.

Sua Eccellenza è stato una voce per chi non ha voce nella società. Era uno che non rimaneva in silenzio, uno che non fuggiva, taceva davanti alle ingiustizie di questo mondo. Non aveva paura di correggere gli errori commessi dai tanti politici nel paese. Questo è molto notevole per lui. Era anche così evolutivo socialmente, moralmente ed economicamente. Ha avviato molti progetti per migliorare la vita di molte persone. Ha formato e inviato molti seminaristi e preti per ulteriori studi in diversi paesi per il bene della diocesi e la Chiesa universale.

Parlando della sua spiritualità durante il funerale della celebrazione Eucaristica nella cattedrale di Rubaga-Kampala, il 22 Gennaio 2021, il cancelliere della diocesi di Masaka Rev. Fr. Edward Ssekabanja ha informato che la sua Eccellenza amava e adorava il Santissimo Sacramento. Era molto devoto alla preghiera sia personale che comunitaria. Rispettava e amava la Madonna. Era un buon sacerdote che celebrava incaricandosi sulle spalle il popolo a lui affidato e portando i suoi nomi incisi nel cuore. (Cfr. Omelia del Santo Padre Francesco, Santa messa di Crisma il Giovedì Santo, 28 marzo 2013). La sua vita come un prete e vescovo ha ispirato molte vocazioni alla vita sacerdotale. Ultimamente, era un Pastore con l’odore delle pecore, un Pastore in mezzo al proprio gregge, un Pastore in uscita che arrivava alle periferie, ai poveri dove c’è sofferenza come chiede il Santo Padre Francesco. Era sale per terra e luce per il mondo. 

Noi come diocesi di Masaka lo mancheremo molto però siamo incoraggiati di andare avanti guardando, riflettendo e portando avanti la sua testimonianza di vita che ha vissuto con noi. 

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