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Natale 2020 nel Pontificio Collegio Urbano

Collegio Urbano De Propaganda Fide - Natale 2020 nel Pontificio Collegio Urbano

"Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele." Isaia 7:14


 FORTES MONTEIRO Ricardo Jorge  In primo piano

Come di consueto, la famiglia formativa del Pontificio Collegio Urbano, si è riunita per la tradizionale celebrazione di Natale, piena di gioia, armonia, e tenerezza, nonostante la situazione di confinamento e distanziamento sociale
che sperimentiamo in questi giorni in Italia e particolarmente nell’ambiente della nostra amata comunità.

La celebrazione del grande mistero dell’incarnazione è stata preceduta dalla novena con il canto delle profezie in latino ‘regem venturum Dominum’ con la quale abbiamo concluso il nostro pellegrinaggio, soprattutto nella preparazione imminente, verso i giorni 24 e 25 che rappresentano il climax della festa del Natale.

Nel giorno 24 abbiamo celebrato i primi vespri, e alle 21:30, tutta la famiglia della nostra comunità si è radunata nella nostra nobile cappella maggiore, come non è mai stata da quando nostra comunità è stata colpita dai primi casi del
virus Covid-19, per la celebrazione della messa della Veglia di Natale, presieduta dal nostro Rettore Monsignor Vicenzo Viva. Il nostro stimato Rettore, nella sua omilia, ha colto l’opportunità per fare bellissimi auguri alla comunità che egli guida come pastore. Ha fatto un’interpretazione dei testi proposti nella liturgia, ponendo l’accento sulla profondità del mistero che si celebra a Natale che va oltre una semplice situazione di benessere. Ha cercato di farci
vedere come l’evangelista Luca, rappresenta un modello molto ben preciso nei dettagli storici con lo scopo di offrire una interpretazione teologica che il Rettore ha suddiviso in tre punti: la nascita storica in un momento preciso del
censimento, l’annuncio e infine l’accoglienza. Ha messo in evidenza le difficoltà che i genitori hanno trovato nella notte buia paragonandola alla situazione che si vive oggi con la pandemia. In seguito, ha messo al centro la
dimensione altruista che la celebrazione ci invita, giustificando che anche il bambino nella sua condizione umile e fragile chiede accoglienza, oggi, nei nostri cuori. Per finire, ha invitato alla contemplazione del bambino nelle
braccia di Maria rappresentata nella statua della nostra cappella.

Dopo la messa abbiamo inaugurato il nostro tradizionale presepe, questo anno offerto dal nostro gruppo dell’attività festiva sotto la guida del nostro seminarista Giuseppe, e ha meritato gli onori resi presenti dalle parole del nostro
prefetto Delfin. In seguito, obbedendo al distanziamento sociale la comunità ha brindato il Natale, con una suddivisione in due gruppi, con molta festa nel nostro refettorio e nell’aula magna.

Il Giorno 25, siccome nessuno ha potuto intraprendere delle vacanze fuori Collegio, la comunità ha celebrato la messa alle 10, presieduta dal padre spirituale Flavien ZOLABI che ha fatto un bel commento al prologo di San
Giovanni nella sua omelia, sottolineando come l’iniziativa divina dell’incarnazione ebbe come unico scopo la salvezza dell’uomo, invitandolo alla comunione con Dio, citando Sant’Atanasio «Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventasse Dio». Ha finito chiedendo la grazia dell’incontro con Gesù nel mondo di oggi, e particolarmente invitava alla ricerca di questo incontro nella nostra comunità.

Abbiamo concluso la celebrazione con un pranzo festivo molto ben curato. Il Natale, ancora una volta, ha avuto un posto singolare nella nostra comunità, cercando sempre di soffermarci all’essenziale che tutti siamo stati invitati ad aver in cuore.

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