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Beato Anton Durcovici, Vescovo di Iaşi, Ex-alunno

Collegio Urbano De Propaganda Fide - Beato Anton Durcovici, Vescovo di Iaşi, Ex-alunno

Biografia


 Masih Wixin, IV anno, Pakistan  In primo piano

Il regime Comunista Rumeno è stato un periodo di persecuzioni e di sofferenze, ma nello stesso tempo, un’occasione per testimoniare la fede fino all’eroismo. Il regime comunista cominciò a colpire prima i vescovi e i sacerdoti: furono incarcerati tutti i vescovi cattolici rumeni di allora, per la loro fedeltà verso la Chiesa.
 
Durante questo periodo di persecuzioni, un personaggio che si distinse per il suo coraggio fu Mons. Anton Durcovici vescovo di Iaşi, il quale nacque il 17 maggio 1888 ad Altenburg in Austria; rimase orfano di padre a soli cinque anni e con la madre e il fratello Francesco si trasferì in Romania nel 1894. La mamma per mantenere la famiglia prese a lavorare in un ristorante di Iaşi. Anton aveva sei anni quando emigrò. L’arcivescovo di Bucarest lo notò subito, invitandolo al seminario minore diocesano, dove spiccò per intelligenza e forza di volontà concludendo i suoi studi di cinque anni con l’esame di maturità.

Poi il vescovo lo inviò a Roma per proseguire gli studi. Fu ordinato sacerdote il 24 settembre 1910 e per un anno fu prefetto degli studi a Propaganda Fide. Nell’agosto 1911 ritornò a Bucarest e venne nominato amministratore della parrocchia di Tulcea e professore di religione al liceo di “Sf. Iosif”.

Durante la Prima Guerra Mondiale, a causa della sua provenienza austriaca, fu internato per due anni in un lager della Moldavia; ritornato libero negli anni 1918-22 tornò ad insegnare, svolgendo il suo ministero presso la parrocchia di Giurgiu. Poi per 21 anni, dal 1927 al 1948, ebbe il prestigioso compito di Rettore e professore del Seminario Maggiore di Bucarest.

Il 30 ottobre 1947 a 59 anni, fu nominato da papa Pio XII, vescovo di Iaşi (Moldavia), la città della sua fanciullezza. Subito dopo cominciò il lungo periodo del suo martirio; per l’opposizione del regime comunista imperante ostile a tutti i cattolici, poté ricevere la consacrazione episcopale solo il 5 aprile 1948 dal Nunzio Apostolico Gerald Patrick O’Hara.

In situazioni difficili, il vescovo Anton Durcovici prese a visitare subito le parrocchie della diocesi di Iaşi, la polizia segreta politica comunista (Securità) della Romania, lo tenne continuamente sotto stretto controllo, istituendo sul suo conto un dossier informativo penale sorvegliandolo durante le visite pastorali fatte a Bacau e Roman, attraversi i servizi provinciali con lo scopo di accumulare capi di accusa per incriminarlo.

In modo particolare inviarono, giorno dopo giorno, dettagliati rapporti sui suoi movimenti e su tutto quello che diceva o predicava, alla Direzione Generale di Iasi; mischiati fra i fedeli che assistevano alle funzioni religiose, ci furono sempre informatori che registravano tutto; addirittura un informatore rubò dalla sagrestia il 5 gennaio 1949, la lettera circolare “Consacrazione della diocesi di Iaşi al Cuore Immacolato di Maria”, senza che alcun sacerdote se ne accorgesse. Tutti i tentativi di trovare qualche appiglio per bloccarlo furono vani, finché raccolsero 57 dichiarazioni scritte da altrettanti contadini cattolici di 13 villaggi, scontenti del vescovo per il suo rifiuto di introdurre la lingua ungherese nelle chiese.

Questo fu sufficiente per imbastire contro Mons. Durcovici l’accusa di “istigazione in blocco contro l’ordine e la sicurezza dello Stato”, di “esortazione della popolazione di non partecipare alla vita politica della Romania comunista” e così via.

Sempre dai verbali della “Securità”, si apprende che il vescovo di Iaşi aveva avuto il ruolo di capo della Chiesa Cattolica, non solo in Moldavia ma anche nell’Arcidiocesi di Bucarest e nel 1949 era considerato il più importante vescovo cattolico di Romania.

Il 26 giugno 1949 mentre era in viaggio verso Popesti Leordeni, per amministrare il Sacramento della Cresima, fu arrestato insieme al suo collaboratore don Raffael Friedrich. Il 10 settembre 1951 il vescovo Durcovici fu trasferito da Jalilva al carcere di Sighetu Marmatiei, il più duro del regime comunista in Romania, dove morì il 10 dicembre 1951.
Il suo corpo fu sepolto in un posto segreto, con altre 50 personalità politiche, civili e religiose morte a Sighetu Marmatiei; dal cimitero principale della prigione di sterminio fu distrutta ogni prova. Tutti i documenti che lo riguardavano, compreso la carta d’identità, furono distrutti, gli oggetti di valore scomparsi.

Lo scorso 31 ottobre 2014, Papa Francesco ha dichiarato ufficialmente Beato Anton Durcovici, vescovo cattolico di rito latino di Iaşi morto nel carcere di Sighetu Marmaţiei durante il regime comunista. È il quinto romeno riconosciuto sulla via della santità.



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