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Conosciamo i cinque Beati Martiri "propagandisti", vittime della persecuzione comunista in Albania...

Collegio Urbano De Propaganda Fide - Conosciamo i cinque Beati Martiri "propagandisti", vittime della persecuzione comunista in Albania...

3. Beato Dedë Malaj (alunno dal 1938 al 1942)


 PCU  Storia

I martiri in odium fidei del periodo comunista sono tanti, ma 38 di questi sono stati beatificati il 5 novembre 2016 da Papa Francesco e, tra loro, cinque sono ex-alunni del nostro Collegio Urbano. I beati Dedë Maçaj, Anton Muzaj, Pjetër Çuni, Dedë Malaj ed Ejëll Deda, per volere dei loro Vescovi, furono mandati nel Seminario di Propaganda fide per la loro formazione in vista del sacerdozio e alcuni di loro furono anche ordinati presbiteri nella nostra Cappella Maggiore. Conosciamo, una alla volta, le loro vite e le loro storie di martirio, per godere anche noi, “propagandisti” come loro, della loro fraterna intercessione e imparare il coraggio della fedeltà al Vangelo e alla Chiesa.

Beato Dedë Malaj (alunno dal 1938 al 1942)

«Nasce a Velipoje il 16 novembre 1917. Ordinato sacerdote a Castel Gandolfo il 20 dicembre 1942 [nel Collegio di Propaganda Fide]. Carattere sincero, deciso, concreto e socievole. Uomo di pace, riflessivo, prudente, generoso. Seppe vivere povero tra i poveri e rispettava tutti. Persino in carcere, benché fosse pericoloso, esercitò il ministero della Riconciliazione. Fu instancabile al capezzale dei moribondi. Molto devo alla Madre del Buon Consiglio. Arrestato nel 1948, insieme al fratello Fran e fu condannato a morte perché sacerdote e fratello di Nikolle che era già stato fucilato. Fu arrestato la seconda volta il 7 novembre 1958 con l’accusa di avere legami con il Montenegro (scoprirono che mandava lettere ad un sacerdote montenegrino per comunicare quanto succedeva in Albania). Subì torture terribili per mesi continui. Disse al processo: “Sono orgoglioso di essere fucilato in quanto prete cattolico, per l’Albania e per l’abito che porto. Chiedo perdono a tutti quelli che ho offeso durante il processo e perdono quelli che hanno offeso me. Mi dispiace della mia nipotina che sto lasciando senza nessuno”. Fu portato in una notte oscure sulle rive del lago di Scutari e lì fucilato. Era il 12 maggio 1959. Aveva 42 anni».

(da La vittoria della fede. Breve biografia dei 38 Martiri d’Albania del Ventesimo Secolo, Arcidiocesi di Scutari-Pult, Albania, 2019, p. 33).

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