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Ordinazioni Siro Malabaresi

Collegio Urbano De Propaganda Fide - Ordinazioni Siro Malabaresi

LA SANTA MESSA (QURBANA) E GLI ORDINI DELLA CHIESA SIRO-MALABARESE


 Scaria Jerin Joseph, II anno, India  Comunità

Il Pontificio Collegio Urbano è un esempio concreto in cui si trova l’unità nella diversità dei riti. Oltre quelli che provengono dalle diocesi dei diversi continenti, sotto il coordinamento della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, ci sono seminaristi delle varie Chiese sui iuris Siro Malabarese, Siro Malankarese, Copta e Caldea. È sempre un arricchimento  conoscerli, e sopratutto a partecipare alle celebrazione dei diversi riti. Quest’anno abbiamo avuto la bella opportunità di organizzare nel nostro Collegio il Qurbana (Santa Messa) in occasione dell’ordinazione di alcuni seminaristi Siro-Malabaresi.

«Secondo un’antica tradizione, S.Tommaso, il discepolo evangelizzò prima la Siria e la Persia (così riferisce Origene, riportato da Eusebio di Cesarea, Hist. eccl. 3,1) poi si spinse fino all’India occidentale (cfr. Atti di Tommaso 1-2 e 17ss), da dove infine raggiunse anche l’India meridionale». (Benedetto XVI, Udienza generale, 27 settembre 2006). La Chiesa che nasce dall’attività dell’Apostolo S. Tommaso, conosciuta tradizionalmente come la Chiesa dei cristiani di san Tommaso, oggi viene chiamata Chiesa siro-malabarese. Questa Chiesa, insieme alle altre tre, cioè Caldea-cattolica, Assira dell’Oriente e Antica dell’Oriente, condividono la stessa tradizione siro-orientale, erroneamente chiamata “nestoriana” (cfr. Dichiarazione cristologica comune tra la Chiesa cattolica e la Chiesa Assira dell’Oriente, 11 novembre 1994). La chiesa Siro-Malabarese ha sempre mantenuto la vera fede, ricevuta in eredità dall’apostolo Tommaso, e rimane ancora oggi una vigorosa Chiesa orientale, ricca del Vangelo e della Tradizione e viva nell’impegno della testimonianza della vita cristiana. Questa Chiesa è «coronata come una sposa e colma di ogni grazia e benedizione».  (dal Qurbana).

Il 18 aprile 2015, giorno memorabile, tredici seminaristi di rito Siro Malabarese hanno ricevuto i diversi ordini minori sacri: quattro il diaconato, otto il lettorato ed uno il suddiaconato, da S.E. Mar Joseph Pallikkaparambil, Vescovo emirito della diocesi di Palai, India. La celebrazione liturgica è stata da un momento di festa per condividere con i numerosi invitati una gioia così grande nell’agape fraterna, nell’aula magna del nostro Collegio.

La tradizione Siro-Orientale, che la Chiesa Siro-Malabarese condivide, per la sua liturgia ha nove gradi di Sacri Ordini. Ogni ordine è considerato come una partecipazione ai vari ministeri del Cristo stesso. Così la tradizione patristica di queste Chiese che condividono questa tradizione non compie una netta divisione tra gli Ordini minori e quelli maggiori. Perciò tutti gli ordini sono stati dati dal Vescovo con l’imposizione delle sue mani sul candidato. Secondo la tradizione Siro-Orientale i Lettori (Karoyutha) leggono l’Antico Testamento durante la liturgia; i Suddiaconi (Heupadyakonutha) invece preparano la Chiesa per la liturgia, leggono la parte profetica dell’Antico Testamento e cantano i Salmi di Davide durante la liturgia; i Diaconi (Mshemshana) leggono le epistole durante la liturgia, mantengono l’ordine dell’assemblea liturgica con vari avvisi, preparano i doni e li offrono sull’altare e soprattutto si occupano dell’attività caritatevole della Chiesa. Oggi gli ordini fino al diaconato praticamente sono considerati come una preparazione definitiva per l’ordine del presbiterato. La preghiera che Vescovo rivolge al Signore all’inizio dell’ordinazione diaconale esprime lo spirito profondo di questi ordini sacri. «Effondi la luce purificatrice su questi tuoi servi e dona loro la tua virtù e il tuo aiuto, perchè amministrino i tuoi misteri con grazia ...rendi degni questi tuoi servi, di salire al tuo santo altare e di servire al tuo trono sublime».
La divina liturgia nella Chiesa Siro-Malabarese si chiama RASA che significa “mistero”. La messa siro-malabarese si può dividere in due parti principali: la Liturgia della Parola e la Liturgia dell’Eucaristia anche la Liturgia dei catecumeni e la Liturgia dei fedeli. Però, una divisione più articolata è di sette sezioni: Riti di introduzione: dopo aver ricordato il mandato di Gesù, «Fate questo in memoria di me», la Messa inizia con la proclamazione dell’inno degli angeli alla nascita di Gesù. Dopo il Padre nostro e una preghiera sacerdotale seguono i salmi (marmita), l’incensazione e si conclude con l’inno al Cristo risorto (lakumara). Liturgia della Parola: La Liturgia della Parola inizia con l’inno trisagion «Tre volte Santo», è seguito da quattro letture bibliche, due dall’Antico Testamento e due dal Nuovo. Pre-Anafora: è una vera preparazione materiale e spirituale per l’anafora. Anafora: ci sono tre antiche anfore che si usano, quello di Addai e Mari, che nella Chiesa Siro-Malabarese attualmente si usa, si distingue in quattro sezioni (o cicli) di preghiera, cioè, g’hante. L’anafora è la parte centrale della Messa, in cui si commemorano e si celebrano gli eventi principali del mistero della salvezza: la passione, la morte e la risurrezione del Signore, nonché l’avvento dello Spirito Santo. Riti di Riconciliazione: dopo la preghiera per la pace, seguono i salmi penitenziali e le preghiere di incensazione per il perdono. Il rito di riconciliazione termina con una preghiera di assoluzione. Rito di Comunione: inizia con la preghiera sacerdotale che introduce il Padre nostro e il suo embolismo conclusivo. Dopo di che, il celebrante invita i fedeli a ricevere la Comunione. Riti di Ringraziamento e di conclusione:  ricevuta la comunione, i fedeli, i diaconi e il celebrante ringraziano il Signore per il dono dei «misteri gloriosi, santi, vivificanti e divini». La Messa termina con la benedizione finale e la preghiera di congedo.

Il giorno dell’ordinazione è diventato un giorno in cui abbiamo celebrato e vissuto questi misteri della messa e degli ordini. Come Mons. Pallikkaparmbil ha accennato la Diaconia è un aspetto centrale del mistero di Gesù, cioè dell’eucaristia, quindi la celebrazione dell’eucaristia ha aiutato a comprendere di nuovo questi misteri e la nuova dignità e il delicato impegno degli ordinandi che il Signore vuole affidare da questo giorno in poi.
Come nel nostro motto annuale, «Pietre viventi in Cristo, lasciatevi costruire come edificio spirituale», i nuovi ordinanti  abbiano il coragio e la grazia di lasciare se stessi e Dio che ha iniziato la sua opera in loro, la porti a compimento. La preghiera con quale Mons. Pallikkaparambil ha finito la sua omelia è stata significativa: «in questa celebrazione eucaristica preghiamo il Signore, affinché benedica questi nostri fratelli, con tutti i doni celesti dello Spirito Santo e con ogni sapienza e saggezza spirituale, perché possano essere servi fedeli di Cristo, testimoni autentici del Vangelo e ministri santi nel santuario del Signore. Amen».



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